FILTROPRESSE A PIASTRE PER L’INDUSTRIA CHIMICA E DI PROCESSO
Sebbene il principio di funzionamento di separazione solido-liquido che si attua all’interno della filtropressa sia il medesimo; nel caso dell’industria chimica o di processo, le macchine sono costruite con accorgimenti leggermente diversi.
E’ infatti necessario tenere conto di diversi aspetti, dalla gestione del fluido nelle condutture, a tutta una serie di opzionali a completamento del processo di filtrazione.
L’efficienza di una macchina di processo, deve essere tenuta in considerazione analizzando tutte le variabili in gioco durante il ciclo di filtrazione.
Vi sono molti fluidi che sono facilmente filtrabili, ma che tendono a sedimentare e tamponare velocemente all’interno delle tubazioni; per questo motivo il piping non può essere assolutamente quello di una filtropressa “tradizionale”, ma bisogna apportare delle modifiche sostanziali che altrimenti non consentirebbero un corretto funzionamento della macchina.
Al contrario, vi sono altresì altri fluidi che con un processo canonico di filtrazione non si riescono a filtrare correttamente e si rende necessaria la spremitura a membrana e l’insufflaggio di aria compressa per asciugare la torta e permettere un corretto distacco dalle tele filtranti.
In tutti questi settori, nel quale il prodotto della filtropressa (che può essere il panello solido, il filtrato liquido o entrambi) ha un valore economico importante per l’azienda, è necessario tenere massima l’efficienza di filtrazione.
Per questi motivi, normalmente, le filtropresse in questo settore sono tutte equipaggiate con sistemi automatici di lavaggio tele, sia ad alta pressione che lavaggio acido ad allagamento.
Anche la scelta dei giusti materiali riveste un ruolo importante; è necessario considerare infatti la compatibilità chimica dei materiali bagnati con il fluido da filtrare, così come il ciclo di verniciatura riveste un ruolo importante per garantire una durata della macchina anche negli ambienti più gravosi.